La questione dei lavoratori in Cina: parlano ex dirigenti Apple

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Nei giorni scorsi si è sollevato un gran polverone a causa di un articolo del New York Times che denunciava Apple per le condizioni dei suoi lavoratori in Cina. “I dipendenti lavorano per troppo tempo”, scriveva la testata all’inizio di questa settimana, “a volte anche sette giorni su sette, e vivono in dormitori affollati. Alcuni raccontano di lavorare così tanto da poter camminare difficilmente a fine giornata”
“Apple non si cura di nient’altro che della qualità dei suoi prodotti e di diminuire i costi di produzione”, continua il New York Times, riportando parole di Li Mingqi, ex manager di Foxconn, “il bene dei lavoratori non ha nulla a che fare con gli interessi dell’azienda”.
Parole dure, certo, durissime. Oggi, alcuni ex dirigenti della casa di Cupertino hanno detto il proprio parere sulla vicenda. Leggiamo di seguito.

È un ex uomo Apple a parlare, che preferisce rimanere anonimo. “Sapevamo da quattro anni delle ingiustizie lavorative in alcune fabbriche”, dice, “ma non abbiamo mai fatto niente. Perché? Perché è il sistema a lavorare per noi. I fornitori cambierebbero tutto domani se Apple dicesse loro di non avere altra scelta. Se la metà degli iPhone presentasse problemi, credete che Apple continuerebbe senza fare nulla? Se stringi i limiti, sei costretto a tagliare la sicurezza”.

Anche queste, parole durissime. Non ne possiamo verificare la veridicità, certo, ma rimaniamo comunque colpiti dal (forse eccessivo) realismo di alcune parole, e di alcune scelte.
“Si possono realizzare fabbriche perfette”, dice un altro ex dipendente della Mela, “e permetterei ai dipendenti di lavorare in condizioni ideali, oppure si può reinventare un prodotto ogni anno, e renderlo ogni volta migliore, più veloce e meno costoso, grazie all’utilizzo di fabbriche che sembrano terribili in confronto agli standard Americani. E al momento, la verità è che agli acquirenti importa più di un nuovo iPhone, che delle condizioni lavorative in Cina”.

Voi cosa ne pensate?

via | 9to5mac

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