Supporto Apple inondato di chiamate per il recupero password di iCloud

Spread the love

Dopo la violazione dell’account iTunes del reporter di Wired Mat Honan da parte di un hacker, Apple è corsa ai ripari aumentando la sicurezza dei propri account.

In particolare l’hacker ha sfruttato una vulnerabilità all’interno di Amazon per risalire alle password dell’account Gmail, Twitter e iCloud dello sfortunato giornalista (oltre a quello di Amazon, ovviamente).

Non tutti sanno infatti che fino a poco tempo fa era possibile ripristinare la propria password iCloud semplicemente fornendo al personale del supporto Apple i propri dati di fatturazione, oltre alle ultime 4 cifre della propria carta di credito: tutti dati che l’hacker si è procurato sapientemente dopo aver bucato l’account Amazon della vittima.

Da quel momento Apple è corsa ai ripari bloccando dapprima la possibilità di ripristinare la password del proprio account telefonicamente, poi ripristinando la precedente possibilità una volta rinforzati i sistemi di sicurezza collegati al proprio account.

Molti di voi in questi giorni avranno notato che App Store o iTunes chiedono di impostare 3 domande di sicurezza con risposte  definibili dall’utente e strettamente personali. Oltre a ciò sono stati introdotti nuovi strumenti più accurati di verifica della carta di credito, la richiesta del numero seriale del proprio dispositivo Apple o codici di verifica inviati attraverso l’app Trova il mio iPhone.

Per questi stessi motivi il supporto Apple è stato letteralmente preso d’assalto dai molti utenti passati ad iPhone 5 che si lamentavano del fatto di non poter ripristinare il proprio iPhone da un backup precedente poiché scordatisi le password degli account iCloud e le relative domande di sicurezza. Se a ciò aggiungiamo il fatto che pochi di loro non avevano a disposizione la carta di credito e non avevano configurato Trova il mio iPhone per il proprio dispositivo, potete ben capire il caos conseguitone.

Ma qui la colpa non è di Apple: sembra infatti che gli utenti abbiano fatto del loro peggio per complicare la vita agli addetti recupero password del supporto Apple, che già mi immagino a rispondere con flemma britannica: “No signora, guardi… Mi deve almeno procurare il codice seriale del suo dispositivo.” E la signora di turno rispondere: “No, io faccio la Settimana Nigmistica“. Scenette divertenti a parte, è indubbio che non si possa dar sempre la colpa ad Apple per ogni questione. Quando ci sono i presupposti, sono il primo a suggerire un’analisi critica nei confronti del brand, ma accusare Apple per questo o della fragilità dei propri dispositivi dopo aver gettato un iPhone in un frullatore, o un iPad sotto uno schiacciasassi, mi sembra eccessivo.

via | MacRumors

Lascia un commento