Dropbox: novità dalle API di sincronizzazione

Spread the love

dropbox ios api

Dropbox proprio oggi ha annunciato una novità riguardante le API per la sincronizzazione in-app. Si tratta di una novità che renderà la vita dei programmatori molto più facile, perché farà in modo che l’applicazione tratti i file in cloud dell’utente esattamente come se fossero salvati localmente. “Date alla vostra applicazione il suo client Dropbox privato, e lasciate a noi il lavoro di sincronizzazione”, dicono dall’azienda. 

In questo modo, le applicazioni di terze parti potranno immediatamente godere di importanti caratteristiche come la condivisione di file e la sincronizzazione in tempo reale, un po’ come succede con iCloud e le applicazioni che supportano la cosa. Senza le nuove API di sincronizzazione, il trasferimento dei file su Dropbox potrebbe avvenire solo manualmente.

È chiaro che si tratta di un aggiornamento pensato maggiormente per gli sviluppatori di applicazioni per dispositivi mobili. Le “sync API”, in pratica, sono librerie che consentono ai developer di lavorare comodamente in cloud: le applicazioni possono essere infatti sviluppate esattamente come si farebbe lavorando con filesystem in locale, cioè con la possibilità di elencare i contenuti di una cartella, spostarli, cancellarli o crearne di nuovi.

Tra le prime applicazioni che sfrutteranno queste nuove API troviamo Squarespace Note, un blocco note “intelligente” che sembra sia pronto a ricevere un update a brevissimo proprio in questo senso.

Si tratta di un aggiornamento che fa di Dropbox una piattaforma ancora migliore ed ancora più comoda, che vuole confermare la leadership nel campo della sincronizzazione mobile, e non solo. Con queste nuove API, ora gli sviluppatori saranno di certo più convinti a lavorare su applicazioni direttamente sul cloud, avendo ora la possibilità di farlo esattamente come se lavorassero in locale.

Ormai Dropbox è una piattaforma a sé stante, supportata da un numero incredibile di applicazioni mobile e desktop.
Paradossalmente, anche iCloud dovrebbe preoccuparsene.

via | iDownloadBlog

Lascia un commento