Sondaggio Google: i pirati comprano il 30% di musica in più

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Può apparire un paradosso, ma da un recente studio commissionato da Google è emerso che coloro che scaricano musica pirata tramite programmi che supportano il protocollo di file-sharing P2P, acquistano il 30% in più di musica rispetto a chi non ne fa uso.

In aggiunta a questi dati è emerso che il 41% degli utenti USA che utilizzano tali programmi non sopportano il fatto che come “punizione” per la loro trasgressione venga limitata la loro velocità di connessione oppure interrotta del tutto; tuttavia concordano sul fatto che altre modalità di sanzione sarebbero totalmente legittime.

Il dato interessante, che emerge chiaramente dallo studio, è la paradossale propensione all’acquisto da parte dei “pirati“, sicuramente merito delle nuove politiche di vendita di musica tramite iTunes Store e altri negozi online.

Questi numeri parlano chiaro e fanno gola tanto a Google, quanto ad Apple e probabilmente stanno ad indicare che chi scarica musica tramite programmi di file-sharing lo fa per avere una grossa libreria, ricca di brani e generi diversi.

Le canzoni “del cuore” si può assumere che rappresentino la quota comprata regolarmente, mentre le altre i tormentoni del momento, ecc.

In quest’ottica l’introduzione di un servizio di abbonamento ad iTunes Store o Google Play potrebbe tranquillamente andare a ridurre la pirateria e generare profitti per l’industria discografica.

via | 9to5mac

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