iPad arriva (e rimane) nelle scuole olandesi

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tablet, specialmente negli ultimi anni, stanno conoscendo una evoluzione incredibile. Si tratta di dispositivi versatili e multifunzione, in grado di fare davvero qualsiasi cosa; di conseguenza non stupisce affatto il loro crescente utilizzo nel mondo dell’istruzione. Con la fine di quest’anno scolastico, infatti, alla scuola elementare De Windhoek, in Olanda, si è appena concluso il primo progetto sperimentale riguardante, all’interno del programma degli studi, l’utilizzo di iPad. Sia alunni che maestro hanno utilizzato lungo tutto l’anno il tablet Apple, come “parte integrante della vita scolastica”, a quanto pare anche con grande soddisfazione. 

E il sistema scolastico olandese, ben felice di questo primo anno di prova, ha deciso di non fermarsi e di dare ad iPad, negli anni successivi, ancora più spazio. A partire dal prossimo anno scolastico, infatti, altri mille studenti di altre dieci scuole elementari in tutti i Paesi Bassi utilizzeranno l’iPad come strumento per l’apprendimento. È un nuovo modello di apprendimento sviluppato dalla fondazione o4NT, acronimo di “Educazione per una nuova era”.
Gli alunni coinvolti in questa iniziativa potranno portare a casa l’iPad che usano a scuola, e il tempo passato utilizzando le applicazioni educative sarà a tutti gli effetti considerato tempo scolastico.

“L’utilizzo di iPad”, spiega Theeboom, responsabile di diverse scuole elementari, “sembra motivare gli studenti ad imparare cose nuove”. E la cosa non si limita soltanto agli studenti, visto che anche gli insegnanti utilizzeranno un iPad per organizzare e gestire le attività scolastiche.

Lo Spiegel è particolarmente entusiasta: con questo sistema, scrive, l’apprendimento non si fermerà mai, visto che gli studenti continueranno ad usare gli iPad anche a casa, durante il weekend oppure in vacanza, e in questo modo anche i genitori potranno sapere cosa stanno facendo e su cosa si stanno esercitando.

Voi che dite: vedremo prima o poi una cosa del genere farsi strada anche nelle scuole italiane, o è ancora troppo presto anche solo per parlarne?

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