Apple non riesce a produrre abbastanza iPad mini

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Uno dei maggiori problemi che affligge Apple negli ultimi tempi è quello di non riuscire a produrre abbastanza unità di nuovi dispositivi nel momento in cui essi vengono annunciati.

Prendete iPhone 5 come esempio: presentato il 12 settembre, ha visto diventare ragionevoli i tempi di spedizione in Italia solo 3 mesi più tardi (attorno al 15 dicembre).

Infatti, nonostante un numero di addetti al montaggio del prodotto quantificabile in circa 150000 lavoratori specializzati, la produzione non è riuscita a tenere il passo dell’imponente domanda.

Adesso lo stesso identico problema sembrerebbe affliggere iPad mini. Si stima infatti che le catene produttrici del nuovo tablet di Apple non riescano ad assorbire le necessità di un mercato che ha accolto molto positivamente l’approdo di un iPad di dimensioni più contenute.

Se da una parte Apple ha acquistato dai fornitori componenti sufficienti a produrre circa 10-12 milioni di dispositivi, dall’altro lato le catene di produzione stimano di non riuscire a produrre più di 8 milioni di iPad mini nel Q4 2012.

La situazione dovrebbe riassestarsi nel Q1 2013 quando, secondo stime interne ad Apple, l’azienda con sede a Cupertino dovrebbe riuscire a vendere circa 13 milioni di dispositivi.

Queste problematiche, emerse dopo l’uscita di iPhone 5 e iPad mini, devono far riflettere e porre l’attenzione su una questione.

Apple sta godendo di un periodo di straordinaria popolarità, che ne ha determinato un incredibile successo commerciale. Tutto ciò paradossalmente però potrebbe rivoltarlesi contro. Immaginando un’ulteriore crescita del brand Apple (se non accompagnata da un processo di ristrutturazione e potenziamento delle catene produttive), l’effetto collo di bottiglia osservato recentemente potrebbe arrivare a un punto tale da non garantire più l’approvvigionamento di prodotti entro i primi 4-5 mesi (si leggano tempi di attesa di massimo 24h anziché 2-3 settimane e la dicitura “Disponibile” su Apple Online Store).

Tutto ciò significherebbe immettere sul mercato dispositivi “mezzi vecchi“, considerando un ciclo di rinnovo annuale, andando a discapito della percezione dei prodotti e del brand.

via | BGR

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